Questioni di procedura

  • E' inammissibile l'istanza di sospensione degli effetti del decreto con cui sia stato accolto un ricorso per la soppressione di condotta antisindacale, ex art. 28 St. Lav., poichè tale sospensione si porrebbe in contrasto con il principio espressamente affermato da questa stessa norma, secondo il quale l'efficacia esecutiva del decreto non  può essere revocata fino alla sentenza con cui viene deciso il giudizio di merito. (Trib. Lodi 19/10/2005, ord., Giud. Giuppi, in Riv. it. dir. lav. 2006, con nota di L. Valente, "Sull'inammissibilità dell'istanza di sospensione dell'efficacia del decreto ex art. 28 St. Lav. nelle more del giudizio di merito", 210)
  • Il decreto emesso a norma dell’art. 28 SL non è suscettibile di reclamo immediato ex art. 669 terdecies c.p.c. ed è manifestamente infondata la questione di illegittimità costituzionale di tale mancata previsione di reclamabilità immediata avanzata sotto il profilo della violazione degli artt. 3 e 4 Cost. (Trib. Roma 14/7/2005, ord., in Lav. nella giur. 2006, con commento di Giorgio Mannacio, 63)
  • In tema di omessa informazione preventiva stabilita dal contratto collettivo, la valutazione complessiva delle finalità e degli effetti di comportamenti antisindacali in se stessi già compiuti può portare a ritenere ammissibile l'azione di repressione antisindacale successivamente al loro compimento, e in situazioni del genere è configurabile anche l'emanazione di un divieto di continuazione dell'attività  antisindacale. Peraltro, anche pronunce dihiarative possono essere funzionali alla tutela delle libertà e prerogative sindacali. D'altra parte, la non tipizzazione legale dei provvedimenti adottabili dal giudice ai fini della rimozione degli atti compiuti dal datore di lavoro, con l'ordine al medesimo di effettuare la consultazione prima di nuovamente provvedere. (Cass. 6/6/2005 n. 11741, Pres. Mileo Est. toffoli, in Riv. it. dir. lav. 2006, con nota di Francesco Alvaro, "Sull'ammissibilità delle pronunce dichiarative della condotta antisindacale e sull'onere probatorio incombente sul sindacato ricorrente", 44)
  • La domanda volta ad accertare l'antisindacalità di un determinato comportamento datoriale può essere azionata, oltre che con la speciale procedura ex art. 28 SL, anche con ricorso ordinario ex art. 414 c.p.c.; in tale secondo caso la legittimazione attiva deve essere valutata secondo i criteri ordinari e non secondo quelli più restrittivi previsti dal predetto art. 28 SL. (Cass. 3/5/2003 n. 6723, Pres. Dell'Anno Est. Foglia, in D&L 2003, 623)
  • Il regolamento preventivo di giurisdizione può essere proposto anche nella fase sommaria del procedimento di repressione della condotta antisindacale del datore di lavoro. (Cass. 24/1/2003, n. 1127, Pres. Carbone, Rel. Di Nanni, in Foro it. 2003 parte prima, 1071; in Lav. nella giur. 2003, 579)
  • Nel nuovo sistema del pubblico impiego c.d. "privatizzato", appartengono alla cognizione del giudice ordinario le controversie relative il comportamento antisindacale plurioffensivo del datore di lavoro pubblico, ancorchè sia richiesta al giudice l'eliminazione del provvedimento amministrativo incidente su posizioni soggettive di singoli dipendenti e la rimozione dei relativi effetti. (Cass. 21/11/2002, n. 16430, Pres. A. Finocchiaro, Est. Evangelista, in Foro it. 2003 parte prima, 1072. In senso conforme: Cass. 24/1/2003, n. 1127, Pres. Carbone, Rel. Di Nanni, in Foro it. 2003 parte prima, 1071)
  • Atteso che il regolamento preventivo di giurisdizione non può essere proposto con riguardo ad un decreto ex art. 28 statuto dei lavoratori non opposto, e quindi divenuto irrevocabile, l'istanza è tuttavia ammissibile nel caso in cui, come nella specie, risulti suscettibile di conversione in denuncia di conflitto di giurisdizione. (Cass. 21/11/2002, n. 16430, Pres. A. Finocchiaro, Est. Evangelista, in Foro it. 2003 parte prima, 1072)
  • Appartengono alla cognizione del giudice ordinario le controversie riguardanti il comportamento antisindacale del datore di lavoro pubblico, anche con riferimento alle categorie di pubblici dipendenti-quale, nella specie, le forze di polizia-escluse dalla privatizzazione, ai sensi dell'art. 3 d.leg. n. 165 del 2001. (Consiglio di Stato 12/6/2002, n. 1647/2002, Pres. Giacchetti, Rel. Faberi, in Foro it. 2003 parte terza, 216)
  • Non può inibirsi il ricorso all'art. 700 c.p.c. per tutelare l'attività sindacale da un pregiudizio grave ed imminente, se l'organizzazione sindacale ricorrente non gode dei requisiti per utilizzare il procedimento ex art. 28 Stat. Lav. (Trib. Roma 18/12/00, est. Vincenzi, in Lavoro giur. 2001, pag. 771, con nota di Menegatti, I provvedimenti d'urgenza nel processo del lavoro: limiti, contenuto e presupposti)
  • E' inammissibile nel procedimento ex art. 28 SL l'intervento volontario di otto dipendenti dell'amministrazione, non potendo tale azione essere qualificata come collettiva e non trattandosi di intervento adesivo dipendente (Trib. Milano 10 maggio 2000 (decr.), est. Vitali, in D&L 2000, 681)
  • In virtù di quanto previsto dall'art. 68, 3° comma, D. Lgs. 3/2/93 n. 29, modificato dall'art. 29 D. Lgs. 31/3/98 n. 80, sono devolute al giudice ordinario, in funzione di giudice del lavoro, tutte le controversie relative a comportamenti antisindacali delle pubbliche amministrazioni, dovendo ritenersi inapplicabile sia l'art. 68 bis del D. Lgs. 3/2/93 n. 29 (introdotto dall'art. 30 D. Lgs. 31/3/98 n. 80), che riguarda la definizione di una controversia individuale, sia l'art. 6 L. 12/6/90 n. 146, non più utilizzabile dopo la contrattualizzazione del pubblico impiego (Trib. Milano 10 maggio 2000 (decr.), est. Vitali, in D&L 2000, 681)
  • Nel procedimento speciale regolato dall'art 28 L. n. 300/70, i fatti dedotti o comunque acquisiti nel procedimento sommario costituiscono un limite alla cognizione del giudice della successiva fase di opposizione, che deve riguardare la condotta illecita originariamente denunciata (Trib. Milano 28/3/00, est. Vitali, in Orient. Giur. Lav. 2000, pag. 346)
  • E' inammissibile, in un procedimento ex art. 28 SL, la chiamata in giudizio di tre lavoratori ai quali si possa imputare un "concorso" nella condotta antisindacale posta in essere dal datore di lavoro convenuto in giudizio (Trib. Pistoia 29 febbraio 2000 (decr.), est. Amato, in D&L 2000, 916, n. Valluri)
  • Qualora, a seguito di un procedimento introdotto (nel caso, dalla Cgil) ex art. 409 sgg. c.p.c., venga richiesto al Giudice del lavoro di operare attraverso le peculiari attribuizioni di cui all'art. 28 SL, è necessario seguire le regole processuali e sostanziali sottese a quest'ultima disposizione, tra le quali emerge, in particolare, quella diretta a riconoscere la legittimazione attiva all'organismo locale dell'associazione di categoria, escludendosi, viceversa, la legittimazione di organismi locali della Confederazione di riferimento della predetta associazione categoriale, i quali possono agire soltanto ai fini del risarcimento danni (patrimoniali e non) e con ricorso al Tribunale civile ordinario (Trib. Pistoia 25 febbraio 2000, est. Amato, in D&L 2000, 925, n. Lazzeroni)
  • La notificazione del ricorso in opposizione a decreto ex art. 28 SL è validamente effettuata al procuratore costituito (Trib. Milano 14 febbraio 2000, est. Cincotti, in D&L 2000, 333)
  • Il giudice che abbia emesso un decreto ex art. 28 SL non può conoscere del ricorso in opposizione avverso il medesimo decreto e pertanto, ove investito di tale ricorso, ha l'obbligo di astenersi, ai sensi dell'art. 51, 1° comma, n. 4, c.p.c. Detta norma, infatti - interpretata alla luce dei principi costituzionali in materia di garanzie processuali - deve trovare applicazione anche tra fasi diverse di un unico grado di giudizio e non contrasta pertanto con gli artt. 3 e 24 Cost. (Corte Cost. 15 ottobre 1999 n. 387, pres. Vassalli, rel. Chiappa, in D&L 2000, 90, n. MARTIGNONI, Procedimento per antisindacalità e giudice dell'opposizione)
  • Spetta alla giurisdizione del giudice ordinario, la cognizione delle controversie ex art. 28 SL concernenti la condotta antisindacale dell’amministrazione, che sia inidonea a incidere direttamente sulla posizione del singolo pubblico dipendente (Pret. Milano 16/1/99, est. Vitali, in D&L 1999, 289, n. SUMMA, Questioni di giurisdizione nei procedimenti ex art. 28 S.L. avverso la Pubblica Amministrazione )
  • Un decreto ministeriale, con il quale venga trasferito un dirigente sindacale, non si inserisce in una serie procedimentale volta al trasferimento, ma si pone quale provvedimento autonomo rispetto ai precedenti, con la conseguente insorgenza per il sindacato del diritto di agire avanti all’Ago, in forza del disposto dell’art. 45 D. Lgs. 31/3/98 n. 80 (Pret. Campobasso 8/10/98, est. Petti, in D&L 1998, 909, con nota redazionale)
  • Nell’ambito del giudizio di opposizione a decreto ex art. 28 SL è ammissibile la proposizione del ricorso ex art. 700 c.p.c. (Pret. Milano 25/9/98 (ord.), est. Marasco, in D&L 1998, 913, n. Bernini)
  • Nell’ambito del giudizio di opposizione a decreto ex art. 28 SL con contestuale istanza ex art. 700 c.p.c. sussistono i presupposti per la concessione del provvedimento cautelare quando gli atti datoriali successivi alla fase sommaria, ponendosi in rapporto di continuazione con i precedenti comportamenti denunciati, determinano nuove esigenze cautelari (nella fattispecie il Pretore ha sospeso in via cautelare la sopravvenuta procedura di licenziamento collettivo ex artt. 4 e 24, L.223/91 riconoscendo il rapporto di continuazione rispetto ai pregressi episodi denunciati) (Pret. Milano 25/9/98 (ord.), est. Marasco, in D&L 1998, 913, n. Bernini)
  • Deve escludersi che l’art. 39 D. Lgs. 31/3/98 n. 80 abbia inteso imporre l’obbligo del preventivo esperimento del tentativo di conciliazione per l’instaurazione della speciale procedura di cui all’art. 28 SL. (Pret. Firenze 14/9/98 (decr.), est. Bronzini, in D&L1999, 503, n. Monaco, Il procedimento di repressione del comportamento antisindacale <> con l'imprecisa dizione dell'art. 412 bis ultimo comma cpc)
  • Il disconoscimento della Rsa, cui venga meno il requisito della maggiore rappresentatività in seguito alla parziale abrogazione dell’art. 19 SL disposta dal DPR 28/7/95 n. 312, non comporta la cessazione della materia del contendere oggetto del ricorso ex art. 28 SL, qualora il comportamento lamentato si riferisca al periodo precedente l’intervenuta modifica normativa (Trib. Milano 17/4/98, pres. Mannacio, est. Accardo, in D&L 1998, 640, n. QUADRIO, Rsu tra collegialità e antagonismo)
  • È inammissibile il reclamo ai sensi dell’art. 669 terdecies c.p.c. contro il decreto emesso in esito a procedimento ex art. 28 SL (Trib. Milano 20/3/97, pres. ed est. Mannacio, in D&L 1997, 665, nota Franceschinis, In tema di reclamabilità ex art. 669 terdecies cpc del decreto ex art. 28 SL)
  • Nel giudizio di opposizione a decreto ex art. 28 SL è ammissibile la riproposizione, tramite domanda riconvenzionale, di domande già azionate e respinte nella fase sommaria e non riproposte autonomamente mediante opposizione a decreto (Pret. Milano 28/1/97, est. Peragallo, in D&L 1997, 515)
  • Non costituisce domanda nuova e inammissibile quella formulata nel corso del giudizio di opposizione a decreto ex art. 28 SL, che estenda la richiesta di rimozione degli effetti del comportamento antisindacale anche ai comportamenti adottati dal datore di lavoro dopo la conclusione della fase sommaria, qualora essi siano direttamente derivanti dai precedenti (nella fattispecie il sindacato ha chiesto nel giudizio di opposizione la declaratoria di inefficacia dei licenziamenti che costituivano l’atto conclusivo della procedura di mobilità oggetto della fase sommaria del giudizio) (Pret. Milano 28/1/97, est. Peragallo, in D&L 1997, 515)
  • Il giudice che ha emesso l'ordine di rimozione degli effetti della condotta antisindacale è competente a determinare le modalità di attuazione dello stesso ai sensi dell'art. 669 duodecies cpc (nella fattispecie l'ordine inadempiuto emesso nel contesto di un giudizio ex art. 28 SL era quello di reimmettere un lavoratore trasferito presso l'unità produttiva di provenienza) (Pret. Milano 11/11/96, est. Cecconi, in D&L 1997, 206, nota FRANCESCHINIS, In tema di esecuzione forzata del provvedimento emesso ai sensi dell'art. 28 SL)
  • Non costituisce motivo di astensione facoltativa ex art. 51 c. 2 cpc il fatto che il giudice adito ex art. 28 SL si sia già pronunciato sul medesimo oggetto in sede di procedimento di urgenza ex art. 700 cpc (Pret. Milano 14/5/96, est. Canosa, in D&L 1997, 66)
  • Rientrano nella cognizione del giudice ordinario i comportamenti antisindacali della pubblica amministrazione che violino diritti propri ed esclusivi del sindacato (Pret. Napoli, sez. Barra, 16/4/96, est. Del Giudice, in D&L 1997, 277, n. Perrino, Sul riparto delle giurisdizioni in tema di condotta antisindacale della pubblica amministrazione)
  • E' inammissibile la domanda giudiziaria, proposta dal datore di lavoro autonomamente e al di fuori delle ordinarie procedure di impugnazione, finalizzata all'accertamento della sopravvenuta inefficacia di un decreto ex art. 28 SL, che aveva riconosciuto la natura antisindacale del disconoscimento della Rsa da parte di quello stesso datore di lavoro e fondata sulla mera modifica della composizione della medesima Rsa (Trib. Milano 21/3/95, pres. ed est. Siniscalchi, in D&L 1995, con nota redazionale Condanna ex art. 28 SL per disconoscimento di Rsa e successiva modifica nella composizione dell'organismo sindacale endoaziendale)
  • Ai fini dell'individuazione del Pretore competente per territorio ai sensi dell'art. 28 SL, assume rilevanza esclusivamente il luogo in cui la condotta è stata posta in essere, e non già quello in cui è stata deliberata (Pret. Milano 9/12/94, est. Vitali, in D&L 1995, 315. In senso conforme, v. Pret. Campobasso 8/10/98, est. Petti, in D&L 1998, 909, con nota redazionale; Trib., Milano 19/7/00, est. Ianniello, in Orient. giur. lav. 2000, pag. 619)
  • Il Pretore, pronunciandosi positivamente sul comportamento antisindacale, non può condannare il datore di lavoro al risarcimento dei danni a favore del sindacato, in quanto tale domanda fuoriesce dall'ambito e dalla funzione del procedimento ex art. 28 SL (Pret. Milano 13/6/94, est. Frattin, in D&L 1995, 101)